6 Marzo: Giornata mondiale del tennis, sport consigliato per bambini

Il tennis è lo sport evergreen che piace a grandi e piccini. L’unico che sopravvive nei secoli alle mode del momento, in grado di far divertire sia da giocatore che da spettatore. In occasione della giornata mondiale del tennische si celebra il 6 marzo, scopriamo qual è il segreto del suo successo e perché anche i bambini dovrebbero iniziare a praticarlo subito.

Il tennis è uno sport per tutte le età e sopravvive a mode. e tendenza e apassiona attivamente da giocatore e passivamente da spettatore. Di seguito vi spieghiamo perchè dovrebbe essere praticato dai bambini.

La capacità di sviluppare lo sviluppo motorio.

Un corretto percorso di apprendimento del tennis prevede sempre l’integrazione della preparazione atletica, oltre alla mera pratica del tennis in campo con racchetta e pallina.  Questo tipo di approccio completo a trecento sessanta gradi fa da volano per uno sviluppo motorio favorendo la coordinazione dei movimenti di tutti i muscoli coinvolti, i riflessi e la mobilità degli arti inferiori e superiori.

Arti inferiori e parte superiore del corpo sono altamente coinvolti nella riuscita della disciplina, le leve provocate da avambraccio e braccio gradualmente sempre più efficaci nel colpire la pallina in modo efficace e preciso per tirare colpi sempre pi potenti.

A che età iniziare

«Si può iniziare già a 4 anni, con i corsi di minitennis. A quell’età i bambini iniziano a familiarizzare con il concetto più ampio di sport e successivamente con racchetta e pallina, si abituano al rimbalzo della palla, iniziano a percepirne il movimento. In questa fase si consiglia soprattutto di far divertire il bambino giocando, il tennis vero e proprio può iniziare un po’ più avanti, diciamo dai 6 anni in poi», consiglia Bovone.

Perché contribuisce alla crescita psicologica del bambino

«È molto formativo dal punto di vista psicologico e, invero, anche piuttosto duro se praticato ad alti livelli. Prima di tutto è uno sport di situazione e non di performance, al contrario per esempio della ginnastica artistica, del salto in lungo o del nuoto sincronizzato. Questo significa che dall’altra parte del campo hai un avversario che affronti, con cui scambi, interagisci e che cerca di metterti in difficoltà. Bisogna quindi costantemente adattare il proprio gioco e le scelte dei colpi alla situazione in cui ci si trova. Il tennis ci obbliga a prendere delle decisioni e spesso, quando il livello sale e le palle viaggiano veloci, si ha molto poco tempo a disposizione per operare queste scelte», racconta l’esperto.

Lo sport individuale che aiuta a socializzare

«Il tennis è prima di tutto socializzante, poiché si è sempre almeno in due a praticarlo, a meno di non trovarsi a giocare contro un muro. Nei corsi per ragazzi, si creano spesso gruppi affiatati di amici con cui condividere la stessa passione e tanto divertimento in campo, con sfide appassionanti. A livello agonistico, quando poi si arriva alle gare a squadre, gli atleti coinvolti sono e si sentono parte di una team e di un gruppo coeso, che condivide valori, fatiche, successi e lavora per gli stessi obiettivi. Perciò nel tennis, pur essendo uno sport individuale, non si è mai veramente soli», conclude Bovone.